ELIZABETH STROUT – OH WILLIAM! – Einaudi editore

Ho letto tutti i romanzi di questa scrittrice e, di tutti, questo è il più “difficile”. Nella sua evoluzione stilistica, la Strout è andata sempre a “togliere”: nessun orpello, nessun dramma. Nei romanzi della Strout non ci sono mai eventi straordinari (nel senso di fuori dell’ordinario): i suoi personaggi vivono la vita, che è la vita di ciascuno di noi, fatta di innamoramenti, divorzi, lutti, delusioni ma anche gioie. Vite fatte di rapporti familiari complicati, spesso anche di solitudine. In questo romanzo, il lettore viene messo a sedere sul sedile posteriore dell’auto su cui viaggiano Lucy Barton e il suo ex marito, e lasciato in ascolto delle loro conversazioni, così ordinarie da sembrare irreali. È anche il racconto del breve – brevissimo – viaggio catartico del marito di Lucy alla ricerca delle sue origini. L’America che racconta la Strout non è fatta di lustrini e luci del successo, ma ricorda il silenzio e la solitudine dei quadri di Edward Hopper.
E alla fine del libro, il lettore si domanderà: ma questi due come facevano a stare insieme?