NITA PROSE – LA CAMERIERA – La nave di Teseo, 2022

NITA PROSE – LA CAMERIERA – La nave di Teseo, 2022

Leggendo le prime pagine di questo romanzo, ho avuto l’impressione che la protagonista fosse una giovane donna inglese affetta da una leggera sindrome di Asperger. Invece Molly Gray non è inglese – sebbene ami il thè in maniera talmente smodata da ritenerlo il rimedio a qualunque giornata negativa – e forse non è affetta da sindrome da Asperger. È una maniaca della pulizia, e questo la rende la migliore cameriera del Regency Grand Hotel; ma ha serie difficoltà nel costruire relazioni con altri esseri umani perché non possiede il senso dell’umorismo, non capisce quando le vengono rivolte le battute, pertanto si offende, si schiude in se stessa, e beve thè. Molly ha avuto una vita complicata: è cresciuta praticamente orfana, accudita dalla nonna materna, anche lei cameriera al Regency. C’è un omicidio in questo romanzo, ma questo evento non lo rende un giallo. È Molly il centro del romanzo, non il delitto: i punti forti, quelli più solidi, sono i dialoghi interiori di Molly, attraverso i quali lei stessa racconta il suo modo di relazionarsi con il mondo esterno, con i conoscenti, con gli estranei, con il cibo, con i bagni da pulire e i letti da rifare. Il lettore proverà tenerezza per questa protagonista che vive nel suo microcosmo casa-lavoro e che si muove nel mondo come una sfera di vetro in mezzo a una scatola di biglie di ferro. Eppure, pagina dopo pagina, scoprirà che il vetro è soltanto il rivestimento esterno di un materiale più duro. Fino ad arrivare ad un finale niente affatto scontato.

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